La formazione dei lavoratori in tema di sicurezza e prevenzione dei rischi connessi con lo svolgimento dell’attività lavorativa è un obbligo del datore di lavoro, come viene espressamente esplicitato nell’articolo 37 del d.lgs 81/2008. La normativa specifica chiaramente quali sono gli adempimenti che spettano al datore di lavoro, chi sono i destinatari della formazione e quali sono le modalità con cui devono essere erogati i corsi, indicando anche quali sono i rischi per le aziende che non rispettano la normativa.
L’articolo 37 del d.lgs 81/2008 (consultabile qui)è il punto di riferimento fondamentale per quanto riguarda la corretta modalità di formazione dei lavoratori in tema di sicurezza, unitamente all’accordo stato regioni del 21 Novembre 2011. Il testo della legge, infatti, stabilisce che:
La legge è quindi molto chiara nello specificare che la partecipazione dei lavoratori ai corsi di formazione sulla sicurezza è obbligatoria, e che è compito del datore di lavoro organizzare tali corsi e garantire la partecipazione dei dipendenti, nei modi e nei tempi previsti dalla legge.
Il d.lgs 81/2008 stabilisce anche, all’articolo 55, quali sono le sanzioni in caso di mancato rispetto della normativa in merito alla formazione dei lavoratori in tema di sicurezza.
Se i lavoratori (qualsiasi sia il loro ruolo e la loro mansione, anche dirigenziale) non svolgono nei tempi e nei modi previsti i corsi di formazione in materia di sicurezza, il datore di lavoro e il dirigente possono essere puniti:
La legge specifica anche che se i lavoratori che non hanno seguito regolarmente i corsi di formazione sono più di 5 le pene vengono raddoppiate, e che se sono più di 10 vengono triplicate.
I lavoratori che assumono particolari ruoli relativi alla prevenzione del rischio e alla sicurezza (incaricati dell’attività di prevenzione incendi, addetti al primo soccorso, incaricati dell’attività di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo…) devono ricevere un’adeguata formazione specifica, e devono frequentare periodicamente attività di aggiornamento. Se ciò non viene garantito, il datore di lavoro e il dirigente possono essere puniti:
Anche il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi (RSPP) deve ricevere una formazione specifica che gli permetta di svolgere correttamente il suo ruolo, e la normativa specifica che ciò deve avvenire anche quando è il datore di lavoro ad assumere in prima persona l’incarico di RSPP. Se il datore di lavoro che assume il ruolo di RSPP non partecipa alla formazione può essere sanzionato:
Infine, anche il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) ha diritto a ricevere una formazione specifica in materia di salute e sicurezza, con un focus particolare sui rischi specifici che caratterizzano gli ambiti in cui esercita l’attività di rappresentanza. Se non gli viene consentito di partecipare a tale formazione, le sanzioni prevedono:
Le sanzioni previste dalla legge, come si vede, possono essere davvero significative, e nei casi più gravi non prevedono il semplice pagamento di una multa ma hanno conseguenze anche sul piano penale: per questa ragione è importante ricordare che rispettare la normativa sulla sicurezza sul lavoro è un’importante tutela non solo per la salute dei lavoratori, ma anche per il datore di lavoro e l’azienda nel suo complesso, dal momento che gli esiti di un’inadempienza possono avere ricadute molto gravi sia a livello personale che sull’attività dell’impresa.
Formare i lavoratori in tema di sicurezza è, come abbiamo visto, un obbligo di legge. Non bisogna però dimenticare che questa attività ha ricadute significative che vanno anche al di là del semplice rispetto delle norme: la formazione è il principale strumento di cui il datore di lavoro dispone per migliorare la qualità della salute dei suoi lavoratori, ridurre gli infortuni e tutelare i dipendenti sul breve e sul lungo periodo. È sbagliato, quindi, ritenere che la formazione sia soltanto un obbligo e un costo: in realtà, se svolta in modo realmente efficace, mirato e personalizzato, la formazione permette di migliorare la cultura aziendale in tema di sicurezza, di far diminuire gli incidenti e di rendere i dipendenti realmente consapevoli in materia di prevenzione del rischio. Tutto questo ha ricadute positive sia sulla sicurezza dei lavoratori sia sul bilancio aziendale, dal momento che permette di ottenere, nel tempo, un significativo risparmio anche a livello economico.
L’importanza di queste tematiche è balzata all’attenzione di tutti in modo particolarmente evidente durante la pandemia di virus Covid-19: la diffusione del virus ha infatti reso chiaro a tutti che la consapevolezza in merito alle modalità di trasmissione del contagio e la responsabilità dei singoli individui sono gli unici strumenti davvero efficaci per ridurre il rischio per la collettività.
A livello aziendale, inoltre, la pandemia di Covid-19 ha dimostrato chiaramente che i rischi per la salute dei lavoratori cambiano continuamente, e che in qualsiasi momento ne possono emergere di nuovi. La legge stabilisce che ogni tipo di rischio va affrontato tramite la formazione, l’informazione e l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per proteggere la salute dei lavoratori. Per questa ragione, l’utilizzo di strumenti per la gestione della sicurezza flessibili, costantemente aggiornati e personalizzati, come la suite Kalmo, sono la migliore soluzione per tutelare concretamente sia i dipendenti sia le aziende, permettendo di contrastare efficacemente ogni tipo di rischio.